Le indagini, svolte tra il 2017 e il 2018 in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggi per la Città Metropolitana di Bari, attraverso prospezioni dirette che hanno interessato un’ampia porzione del litorale di Bari (molo di Sant’Antonio, Secca del Monte o Monte Rosso, lungomare Imperatore Augusto, in corrispondenza della Basilica di San Nicola, fino al complesso monastico di Santa Scolastica), hanno consentito di georeferenziare siti subacquei (discarica portuale, struttura per l'attracco delle imbarcazioni) che erano noti solo attraverso indicazioni poco approfondite fornite da storici e da pescatori locali o da subacquei sportivi che soprattutto tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento avevano anche recuperato in maniera fortuita materiale di interesse archeologico confluiti in collezioni private. Per meglio circoscrivere l’areale con maggiore potenzialità dal punto di vista archeologico e riscontrare ulteriori anomalie sono state avviate prospezioni strumentali (multibeam e sub-bottom profiler) grazie al contributo offerto dal Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali e di Biologia della stessa università.

Le recenti scoperte subacquee sul “sistema portuale” antico di Bari

Giacomo Disantarosa
Conceptualization
2018-01-01

Abstract

Le indagini, svolte tra il 2017 e il 2018 in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggi per la Città Metropolitana di Bari, attraverso prospezioni dirette che hanno interessato un’ampia porzione del litorale di Bari (molo di Sant’Antonio, Secca del Monte o Monte Rosso, lungomare Imperatore Augusto, in corrispondenza della Basilica di San Nicola, fino al complesso monastico di Santa Scolastica), hanno consentito di georeferenziare siti subacquei (discarica portuale, struttura per l'attracco delle imbarcazioni) che erano noti solo attraverso indicazioni poco approfondite fornite da storici e da pescatori locali o da subacquei sportivi che soprattutto tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento avevano anche recuperato in maniera fortuita materiale di interesse archeologico confluiti in collezioni private. Per meglio circoscrivere l’areale con maggiore potenzialità dal punto di vista archeologico e riscontrare ulteriori anomalie sono state avviate prospezioni strumentali (multibeam e sub-bottom profiler) grazie al contributo offerto dal Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali e di Biologia della stessa università.
2018
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