Il saggio tratta del conflitto tra Stato e chiese in Germania che scoppiò nella fase di costruzione dell'impero tedesco all'indomani della sua nascita. Esso viene visto nel quadro europeo di un processo di ascesa del liberalismo e di una progressiva separazione degli ambiti dello Stato da quelli delle attività confessionali, il cui nodo principale era nell'istruzione scolastica. Si sottolinea che il conflitto in Germania non riguardava soltanto la separazione laica tra Stato e Chiesa, ma anche la legittimità politica di un partito di ispirazione religiosa cristiana, a maggioranza cattolica ma con adesioni anche di protestanti, come il Zentrum. L'impiego, da parte della maggioranza che sosteneva Bismarck, del linguaggio della delegittimazione dell'avversario politico entrava in tensione con la cultura conservatrice e con le correnti liberali che avevano sostenuto il progetto di unificazione nazionale. L'analisi affronta come e perché il linguaggio delle delegittimazione venisse adottato dalle forze di governo e non da quelle confessionali, nonostante alcune ambivalenze interne alla gerarchia cattolica tedesca a seguito del Sillabo e del Concilio Vaticano I.

The article deals with the so-called Kulturkampf, the conflict between State and Roman Church in the just unified German Empire, which started soon after 1870. The conflict is here seen in the comparative framework of a rising European liberal quest for allegiance to the nation-State, severing the State from confessional institutions, which involved in the first place the Roman Catholic church and, to a lesser extent, the Protestant Churches. The conflict hinged on the school and the loyalty of the clerks. The article points out that in the German case the conflict had a wide political relevance, because it was adressed against the newly born Zentrum party, whose loyalty to the German State was questioned by the conservatives and the national liberal party as well. The language of delegitimacy was largely employed by the forces in power in Prussia and in the Federal Government, rather than by the Catholic opposition. The essay seeks to explain why Bismarck and his coalition saw the Zentrum as a danger for the German Reich, and why the coalition behind Bismarck adopted a language of radical delegitimacy which contradicted both the conservative tradition of religious values and the liberal notion of freedom of speech and association.

Il Kulturkampf in Germania, 1870-1878

Spagnolo C.
Writing – Review & Editing
2018-01-01

Abstract

Il saggio tratta del conflitto tra Stato e chiese in Germania che scoppiò nella fase di costruzione dell'impero tedesco all'indomani della sua nascita. Esso viene visto nel quadro europeo di un processo di ascesa del liberalismo e di una progressiva separazione degli ambiti dello Stato da quelli delle attività confessionali, il cui nodo principale era nell'istruzione scolastica. Si sottolinea che il conflitto in Germania non riguardava soltanto la separazione laica tra Stato e Chiesa, ma anche la legittimità politica di un partito di ispirazione religiosa cristiana, a maggioranza cattolica ma con adesioni anche di protestanti, come il Zentrum. L'impiego, da parte della maggioranza che sosteneva Bismarck, del linguaggio della delegittimazione dell'avversario politico entrava in tensione con la cultura conservatrice e con le correnti liberali che avevano sostenuto il progetto di unificazione nazionale. L'analisi affronta come e perché il linguaggio delle delegittimazione venisse adottato dalle forze di governo e non da quelle confessionali, nonostante alcune ambivalenze interne alla gerarchia cattolica tedesca a seguito del Sillabo e del Concilio Vaticano I.
2018
9788833130026
The article deals with the so-called Kulturkampf, the conflict between State and Roman Church in the just unified German Empire, which started soon after 1870. The conflict is here seen in the comparative framework of a rising European liberal quest for allegiance to the nation-State, severing the State from confessional institutions, which involved in the first place the Roman Catholic church and, to a lesser extent, the Protestant Churches. The conflict hinged on the school and the loyalty of the clerks. The article points out that in the German case the conflict had a wide political relevance, because it was adressed against the newly born Zentrum party, whose loyalty to the German State was questioned by the conservatives and the national liberal party as well. The language of delegitimacy was largely employed by the forces in power in Prussia and in the Federal Government, rather than by the Catholic opposition. The essay seeks to explain why Bismarck and his coalition saw the Zentrum as a danger for the German Reich, and why the coalition behind Bismarck adopted a language of radical delegitimacy which contradicted both the conservative tradition of religious values and the liberal notion of freedom of speech and association.
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