Il presente volume è il risultato di una ricerca avviata dall’Università di Bari sullo spazio postcoloniale e le sue rappresentazioni letterarie sviluppando il discorso della precedente raccolta Geografie della Coscienza (a cura di Vito Cavone) apparsa sempre per i tipi di Graphis. Il volume prende il titolo da Exodus celebre album di Bob Marley pubblicato nel 1977 che rappresenta qui un’importante chiave di lettura e d’accesso alla creatività caraibica contemporanea, sia rispetto alla sua origine africana che alla sua feconda dispersione nel globo intero. Le quattro sezioni del presente volume esprimono ciascuna una forma d’esodo, ovvero un viaggio, uno spostamento che in quanto tale diventa spazio di contaminazione e dialogo tra lingue, linguaggi e culture. In questo senso non si tratta mai di un viaggio a senso unico, ma di viaggi a doppio senso e a volte di viaggi che eccedono i propri percorsi per abitare spazi altrui e costruire itinerari complessi in cui Caraibi, musica, Africa e poesia – letti attraverso Walcott (premio Nobel nel 1992), Brathwaite, Lamming, Johnson, Breeze e Levy – possono definire spazi limite e quasi mai definitivamente raggiungibili, all’interno di processi creativi aperti e in attesa di una comprensione attiva e partecipativa.
Exodus. Studi sulla letteratura anglo-caraibica
MARTINO, PIERPAOLO
2009-01-01
Abstract
Il presente volume è il risultato di una ricerca avviata dall’Università di Bari sullo spazio postcoloniale e le sue rappresentazioni letterarie sviluppando il discorso della precedente raccolta Geografie della Coscienza (a cura di Vito Cavone) apparsa sempre per i tipi di Graphis. Il volume prende il titolo da Exodus celebre album di Bob Marley pubblicato nel 1977 che rappresenta qui un’importante chiave di lettura e d’accesso alla creatività caraibica contemporanea, sia rispetto alla sua origine africana che alla sua feconda dispersione nel globo intero. Le quattro sezioni del presente volume esprimono ciascuna una forma d’esodo, ovvero un viaggio, uno spostamento che in quanto tale diventa spazio di contaminazione e dialogo tra lingue, linguaggi e culture. In questo senso non si tratta mai di un viaggio a senso unico, ma di viaggi a doppio senso e a volte di viaggi che eccedono i propri percorsi per abitare spazi altrui e costruire itinerari complessi in cui Caraibi, musica, Africa e poesia – letti attraverso Walcott (premio Nobel nel 1992), Brathwaite, Lamming, Johnson, Breeze e Levy – possono definire spazi limite e quasi mai definitivamente raggiungibili, all’interno di processi creativi aperti e in attesa di una comprensione attiva e partecipativa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.