Si tratta dell'edizione critica con traduzione e commento dell'opera "De gentilium deorum imaginibus" di Ludovico Lazzarelli, una serie di elegie latine che l'umanista marchigiano scrive a commento di una scelta di immagini tratte dai 'Tarocchi del Mantegna', e che dedica prima a Borso d'Este e poi a Federico da Montefeltro. L'originalità dell'esperimento, attuato in tempi in cui la stampa faceva ancora i suoi primi passi, rende quest'opera di grande interesse,anche dal punto di vista iconografico: notevoli sono infatti gli strumenti iconologici, mitografici e astrologici che Lazzarelli utilizza per spiegare l'origine di queste figure. Grazie alle 'Genealogie deorum gentilium' del Boccaccio le carte da gioco diventano un modo per apprendere e memorizzare elementi di mitologia classica e insieme di cosmologia. La poco fortunata storia redazionale è raccontata nella nota al testo, dove si è ricostruita la tradizione manoscritta esigua (ma importante soprattutto per l'apparato di immagini) e la storia di ogni singolo testimone, fino all'inaccessibile 'archetipo', forse ancora conservato in una biblioteca privata chiusa al pubblico.

De gentilium deorum imaginibus

CORFIATI, CLAUDIA
2006-01-01

Abstract

Si tratta dell'edizione critica con traduzione e commento dell'opera "De gentilium deorum imaginibus" di Ludovico Lazzarelli, una serie di elegie latine che l'umanista marchigiano scrive a commento di una scelta di immagini tratte dai 'Tarocchi del Mantegna', e che dedica prima a Borso d'Este e poi a Federico da Montefeltro. L'originalità dell'esperimento, attuato in tempi in cui la stampa faceva ancora i suoi primi passi, rende quest'opera di grande interesse,anche dal punto di vista iconografico: notevoli sono infatti gli strumenti iconologici, mitografici e astrologici che Lazzarelli utilizza per spiegare l'origine di queste figure. Grazie alle 'Genealogie deorum gentilium' del Boccaccio le carte da gioco diventano un modo per apprendere e memorizzare elementi di mitologia classica e insieme di cosmologia. La poco fortunata storia redazionale è raccontata nella nota al testo, dove si è ricostruita la tradizione manoscritta esigua (ma importante soprattutto per l'apparato di immagini) e la storia di ogni singolo testimone, fino all'inaccessibile 'archetipo', forse ancora conservato in una biblioteca privata chiusa al pubblico.
2006
88-87541-44-2
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