Questo contributo suggerisce di leggere il caso dell’ILVA di Taranto come l’esito del fallimento della regolazione privatistica del settore siderurgico, susseguente al processo di privatizzazione dell’industria. Due aspetti meritano di essere considerati per comprendere tale esito. Il primo attiene alla sostanziale sottovalutazione delle necessità istituzionali (cioè di regole socialmente condivise) connesse al processo di privatizzazione. Il secondo aspetto risiede nel fatto che il passaggio dell’industria dallo Stato al privato non ha implicato il passaggio dalla logica di regolazione pubblica alla logica della regolazione del mercato. Alla logica politica è infatti subentrata la logica privatistica di una grande azienda che, da un lato, ha tentato di autonomizzarsi dal contesto socio-istituzionale locale e, dall’altro, ha privatizzato l’assetto regolatorio, con esiti destrutturanti sulla società e l’ambiente locale. I movimenti sociali sorti a Taranto e il maggiore dinamismo istituzionale rappresentano una reazione difensiva dei soggetti socio-istituzionali, ma, al contempo, essa potrebbe mettere in moto un nuovo processo di regolazione.

Il fallimento della regolazione: l'ILVA di Taranto

CHIARELLO, Francesco;GRECO, Lidia
2013-01-01

Abstract

Questo contributo suggerisce di leggere il caso dell’ILVA di Taranto come l’esito del fallimento della regolazione privatistica del settore siderurgico, susseguente al processo di privatizzazione dell’industria. Due aspetti meritano di essere considerati per comprendere tale esito. Il primo attiene alla sostanziale sottovalutazione delle necessità istituzionali (cioè di regole socialmente condivise) connesse al processo di privatizzazione. Il secondo aspetto risiede nel fatto che il passaggio dell’industria dallo Stato al privato non ha implicato il passaggio dalla logica di regolazione pubblica alla logica della regolazione del mercato. Alla logica politica è infatti subentrata la logica privatistica di una grande azienda che, da un lato, ha tentato di autonomizzarsi dal contesto socio-istituzionale locale e, dall’altro, ha privatizzato l’assetto regolatorio, con esiti destrutturanti sulla società e l’ambiente locale. I movimenti sociali sorti a Taranto e il maggiore dinamismo istituzionale rappresentano una reazione difensiva dei soggetti socio-istituzionali, ma, al contempo, essa potrebbe mettere in moto un nuovo processo di regolazione.
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